P. Slavko Barbaric OFM
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Un altro libro di p. Slako Barbaric (11.03.1946-24.11.2000), francescano, un libro rivolto questa volta al “pregare insieme” e alle difficoltà che nascono e alle dinamiche conseguenti. Un vero “manuale” da memorizzare, da far proprio.
Il libro è pieno di consigli, di preghiere, di benedizioni. Una guida indispensabile per i gruppi di qualunque tipo siano.
INTRODUZIONE di P. Slavko Barbaric
Per molti fedeli Medjugorje è divenuta una speciale scuola di preghiera; molte persone giungendo in questa parrocchia iniziano a pregare. Molti a Medjugorje hanno incontrato la ricchezza di una vita di preghiera ed hanno scelto i programmi della Vergine.
La prima cosa che la Madonna ha chiesto è quanto Ella stessa ha fatto con i veggenti: recitare il Credo, 7 Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre. Dopo aver invitato tutti a recitare una parte del Rosario, il 14 agosto 1984 ha espresso il desiderio che ogni giorno si recitino tutte le tre parti che compongono il Rosario. In quello stesso anno ha invitato tutta la comunità parrocchiale ad adorare Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare. Ma non si è fermata a questo: ha invitato tutti a celebra-re la Santa Messa, e non solo la domenica, nonché a pregare dinanzi alla croce e ad eseguire la Via Crucis come incontro con Gesù che soffre per noi. Ha inoltre esortato tutti a leggere la Bibbia ed a confessarsi una volta al mese.
Tutto ciò vale per ciascun individuo. Ma gli inviti alla preghiera non si sono fermati ai singoli. La Madonna ha esortato a pregare all’interno della famiglia e dei gruppi di preghiera. I veggenti mettono continuamente in risalto che il primo gruppo di preghiera è proprio la famiglia, seguita dal gruppo di preghiera in senso generale.
Né i contenuti, né i modi di pregare sono una novità. Tali inviti ci sono noti fin dal principio. La novità sta nel fatto che a Medjugorje molte persone hanno capito che la preghiera è fondamentale ed hanno iniziato a pregare.
Oggi nel mondo ci sono molti individui che pregano; molte famiglie hanno risposto all’invito di Maria alla preghiera. Sono sorti anche numerosi gruppi di preghiera che seguono gli insegnamenti ed i messaggi della Vergine.
Leggendo i messaggi si capisce che la Madonna ha invitato soprattutto alla preghiera, ancor più che alla pace. Lo comprenderemo quando accetteremo il fatto che la preghiera è un mezzo per il raggiungimento di un obiettivo e tale obiettivo è la pace.
La finalità e lo scopo di questo libro sono di aiutare tutti coloro che hanno risposto all’invito della Vergine, individui, famiglie e gruppi, a comprendere il significato degli appelli della Madonna, ma anche aiutare singole persone, famiglie e gruppi di preghiera ad operare e crescere correttamente, formandosi nello spirito di Maria.
La grazia più grande che si riceve a Medjugorje non è quella a livello conoscitivo, ovvero che è indispensabile pregare, bensì una volontà concreta di pregare, ed il desiderio di rispondere all’invito della Madonna. E questa la principale forza, la potenza di Medjugorje. Proprio attraverso la preghiera, se si risponde all’invito, può attuarsi il fine ultimo della Vergine: la pace tra Dio e gli uomini ed in mezzo agli uomini.
Inoltre questo libro intende illustrare la storia e l’evoluzione della metodologia della Madonna e la pedagogia emersa dai suoi messaggi. Esso vuole anche aiutare quanti pregano ed i gruppi di preghiera a sfuggire a quei pericoli che sono in agguato e ad avvalersi di tutti i vantaggi che derivano dalla preghiera comune.
Nel libro troverete, inoltre, proposte concrete su come organizzare la preghiera e su come pregare insieme.
Il fatto comunque più importante è che, grazie agli avvenimenti di Medjugorje, molte persone rispondano volentieri all’invito alla preghiera e divengano validi e fedeli allievi della preghiera e vogliano pregare. Questa è la grazia più grande di Medjugorje. I messaggi e gli inviti non hanno in sé nulla di nuovo, ma la novità e la forza stanno nella motivazione e nell’esperienza della preghiera.
Risiedono proprio in questo il senso e la forza degli eventi di Medjugorje. Se nessuno avesse risposto all’invito alla preghiera, tutti i messaggi e gli avvenimenti avrebbero perso di significato, proprio perché nei messaggi non c’è nulla di nuovo, tutto è ben noto.
A te che leggi questo libro auguro di provare un profondo desiderio per la preghiera e di realizzarlo a livello personale, ma anche nell’ambito familiare ed all’interno di un gruppo di preghiera.
Siamo nell’anno dello Spirito Santo. Egli è il vero maestro della preghiera. Ecco perché per tutti noi che siamo nella scuola di Maria è importante pregarlo, come anche la Madonna ci ha chiesto, perché quando lo Spirito Santo si effonde, anche i nostri cuori saranno pronti a pregare incessantemente. Così sia.
P. Slavko Barbaric Medjugorje 1998: Anno dello Spirito Santo
PREGARE INSIEME
Molte persone spesso mi chiedono: cos’è un gruppo di preghiera e come bisogna guidarlo? Ho fornito risposte di vario genere con le quali ho aiutato i pellegrini a mettere in pratica la propria buona volontà e risolutezza.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.(Matteo 18, 19-20).
Quindi, già da un punto di vista biblico, la preghiera comune ha una sua speciale forza.
Se si è coscienti che la preghiera è un dialogo con Dio, bisogna anche sapere che essa ha un proprio lessico, una propria grammatica ed un proprio contenuto sui quali, così come per ogni altra lingua, bisogna bene esercitarsi.
Quando si impara una lingua e la si vuole parlare, bisogna parlare anche con gli altri e senza questo dialogo non è possibile apprenderla. Ma per poter parlare con gli altri bisogna esercitarsi e studiare le parole e la grammatica.
Lo stesso vale anche per la preghiera. Affinché l’uomo impari bene a pregare deve pregare insieme agli altri ma, per poter pregare con gli altri, deve farlo anche da solo. La preghiera individuale è la condizione essenziale per quella collettiva e quest’ultima aiuta l’uomo a pregare da solo.
Chi prega soltanto quando è insieme agli altri non può crescere nella preghiera e chi non partecipa alla preghiera collettiva, nella sua solitudine e lontano dagli altri, corre il pericolo di non imparare mai a pregare correttamente.
La famiglia è il primo gruppo di preghiera. I genitori devono pregare con i figli ed i figli con i genitori. Così come è impossibile concepire una famiglia in cui non si dialoghi, allo stesso modo è impossibile concepire una famiglia cristiana senza la preghiera comune. Ciò è ugualmente importante tanto per i genitori, quanto per i figli.
Madre Teresa ha detto: “La famiglia che prega rimane unita e la famiglia che rimane unita cresce nell’amore!”.
Da un punto di vista educativo è importante che i figli vedano i genitori pregare e che imparino a pregare con loro. Tutti sanno che nella crescita del bambino c’è una fase in cui egli vede il proprio padre come l’individuo più intelligente e più forte al mondo e questo è importante per lo sviluppo personale del bambino. Ma quando egli vede il papà che unisce le mani e prega, egli comprende, anche se non ne è cosciente, che esiste qualcuno che è più in alto, che è più forte, più intelligente e più ricco del papà. In tal modo il cuore e l’anima del bambino si aprono ad un’esperienza soprannaturale e si preparano all’incontro con Dio Padre che è onnipotente e trascende ogni creatura umana. E dunque molto importante che i genitori preghino insieme ai figli, che il papà sia attivo nella preghiera e che in famiglia si preghi in modo regolare.
Se i genitori non pregano insieme e con i propri figli, sarà difficile aspettarsi che i figli lo facciano.
Se oggi i giovani non pregano è perché riproducono un modello fornito dai genitori nella vita di preghiera. Durante la crescita, nei ragazzi si manifesta una crisi della preghiera e questo è del tutto normale perché le crisi sono situazioni legate alla crescita ed in questo contesto i ragazzi devono scegliere la preghiera personale e l’incontro personale con Dio. Esse possono durare anche a lungo, ma lì dove i geni-tori pregano con i figli, anche i figli supereranno qualsiasi crisi e diverranno credenti più maturi.
Tutte le famiglie devono pregare in ogni momento, indipendentemente dalla crescita dei figli. I ragazzi comprendono le cose e gli avvenimenti e sentono le situazioni familiari come avveniva prima della nascita. Anche quando non capiscono di cosa si tratta e non riescono a stare tranquilli durante la preghiera, bisogna insegnare loro a rispettare questo momento.
Chi prega in famiglia riesce anche ad inserirsi più facilmente in un gruppo di preghiera. I gruppi di preghiera sono essenziali per la crescita nella fede dei ragazzi. Sarebbe molto pericoloso se i genitori non permettessero ai figli di incontrare i propri amici e coetanei fuori casa. In tal modo essi ostacolerebbero un sano sviluppo dei figli e non li preparerebbero a fare il loro ingresso nella vita. Sarebbe anche pericoloso per lo sviluppo dei ragazzi nella fede se essi non partecipassero ad un gruppo di preghiera al di fuori della propria famiglia.
E dunque essenziale che le famiglie si riuniscano per pregare con i figli. Non importa che i bambini siano piccoli, perché è importante che essi vedano come la famiglia preghi amichevolmente insieme. Se una famiglia non si recasse a fare visita ad un’altra insieme ai propri figli, li priverebbe di esperienze di fondamentale importanza per la loro crescita. Allo stesso modo, una famiglia che non va da un’altra per pregare mette a rischio la crescita nella fede dei propri figli.
Mentre i genitori pregano, se i bambini sono piccoli possono giocare, ma si tratterà comunque di un’importante esperienza religiosa per loro.
Alla domanda generica su come si prega e si guida un gruppo di preghiera, bisogna rispondere mettendo innanzitutto in evidenza che il gruppo di preghiera è un gruppo di amici. Nessuno di noi chiederebbe come si fa ad incontrare un gruppo di amici, perché tutti lo sappiamo bene. Insieme agli amici si parla, si canta, si tace, si piange, si ride e si gioisce, a seconda delle circostanze in cui ci si trova. Bisogna concepire il gruppo di preghiera nello stesso modo. Si tratta di amici che si incontrano perché sono credenti e di credenti che si incontrano perché sono amici. L’incontro di preghiera prenderà forma a seconda dello stato d’animo dei partecipanti ma, in ogni caso, deve condurre e ispirare alla Parola di Dio.
Per questo motivo è di fondamentale importanza che in ogni gruppo di preghiera i fedeli sentano la propria condizione reale e trovino una risposta ed un aiuto alla propria situazione esistenziale.
LA GUIDA DEL GRUPPO DI PREGHIERA
I veggenti, quando parlano dei gruppi di preghiera, mettono sempre in risalto il desiderio della Vergine di avere un sacerdote a capo degli stessi. Tuttavia, in pratica si vede che molti sacerdoti non prestano adeguata attenzione ai gruppi di preghiera ed ai loro incontri.
Si consiglia sempre che ogni gruppo preghi ed abbia un sacerdote che lo guidi spiritualmente. Fino a quando non ci sarà la figura del sacerdote, il gruppo di preghiera può essere guidato da un suo componente che abbia esperienza di preghiera.
La guida del gruppo di preghiera, chiunque egli sia, deve prestare attenzione ad alcuni principi di base. Ciò vuol dire che la guida del gruppo di preghiera deve fare in modo di non essere l’unica persona attiva nella preparazione e nella conduzione del gruppo di preghiera. A tutti i componenti deve essere data l’occasione di preparare e guidare gli incontri di preghiera. Grazie all’attivismo di ogni membro del gruppo di preghiera, tutti si sentono responsabili dell’attività e dei progressi. Se solo un membro avesse un ruolo attivo, tutti gli altri diverrebbero totalmente passivi oppure guarderebbero con spirito critico all’attività del gruppo. Né l’una né l’altra cosa sono positive per il singolo e per il gruppo di preghiera. Chi è attivo impara a pregare ed a condurre il gruppo ed in tal modo impara anche ad evitare atteggiamenti negativi.
E molto facile criticare perché si può essere sempre non solo diversi, ma anche migliori. Chi è attivo e prepara l’incontro di preghiera, impara a lavorare insieme agli altri e sopporta le persone con più facilità quando il modo di guidare non è a lui gradito. Quando una persona si prepara nel miglior modo possibile e si rende conto che gli altri non sono soddisfatti, allora comprende ed accetta un modo diverso di guidare.
Chiunque prepari un incontro di preghiera dovrebbe tenere a mente i suoi vari aspetti. Uno dei principi più importanti è proprio che ogni componente, durante ciascun incontro, ha l’occasione di esprimere se stesso, i propri sentimenti e questo lo aiuta a crescere ed a svilupparsi. Pertanto, la guida deve essere orientata alla dinamica del gruppo ed a tutte le sue leggi. Chi, consapevolmente o inconsapevolmente, trascura quello che si sperimenta e si sente nel gruppo, consapevolmente o inconsapevolmente distrugge il gruppo.
In altre parole esiste un modo diretto ed indiretto di guidare un gruppo di preghiera. Il metodo indiretto è sempre il migliore perché consente ad ogni membro, in qualsiasi momento, di esprimersi e partecipare al processo del gruppo.
Comunque è facile ottenere partecipazione attiva da parte di ogni membro. E sufficiente lasciare spazio a ciascuno per esprimere i propri sentimenti e su questo bisogna davvero lavorare. Anche se un membro al momento della preghiera non è pronto a dire qualcosa, deve farlo. Se una persona si chiude in se stessa e non dice nulla, per gli altri membri esiste il pericolo di interpretare il silenzio in modo negativo. Se viene a crearsi una tale convinzione tra alcuni appartenenti al gruppo, si creeranno dei sottogruppi e si inizierà a parlare alle spalle degli altri, e ciò lede la comunità e la crescita spirituale comune nel gruppo.
La regola fondamentale è quindi che tutti esprimano sinceramente e senza paura quello che sentono. Anche quando non ci si sente di dire qualcosa, bisogna farlo per l’equilibrio relazionale del gruppo di preghiera.
Bisogna sempre mettere in evidenza che tutto quello che si dice all’interno del gruppo di preghiera deve rima-nere nel gruppo e non va portato fuori. E sufficiente una piccola mancanza di attenzione oppure che qualcuno riferisca al di fuori quanto accade nel gruppo e molte persone chiuderanno la bocca, non diranno più nulla e diffonderanno la sfiducia all’interno del gruppo e questo fenomeno, lentamente ma inesorabilmente, li allontanerà dai gruppo stesso.
La guida deve sempre far notare che il gruppo di pre-ghiera è un gruppo di amici che pregano insieme, parla-no, cantano, hanno fiducia gli uni degli altri, scoprono i propri problemi, raccomandano delle intenzioni personali per le quali gli altri pregheranno, ma non ne parleranno al di fuori del gruppo.
Per il gruppo di preghiera esiste sempre il rischio che, se la guida diventa autoritaria o inizia a parlare di ispirazioni personali che divengono dominanti, gli altri non osino dire nulla.
La guida deve basarsi sulla Sacra Scrittura e, nel caso in cui si tratti di un gruppo di preghiera di Medjugorje, sul messaggio mensile o su uno dei messaggi che la Madonna ha dato.
I gruppi di preghiera di Medjugorje e le loro guide devono essere molto semplici, sinceri ed aperti. Quando all’interno del gruppo emergono dei “veggenti” o persone che “ricevono vari messaggi”, il gruppo corre il pericolo di disgregarsi in sottogruppi. Quanto più semplici e sinceri sono gli incontri, tanto più facilmente ogni membro troverà se stesso e si realizzerà.
Bisogna comunque essere molto attenti ai problemi ed ai conflitti non detti. Se li avverte, la guida deve provvedere a realizzare uno spazio aperto per il dialogo e la critica. Ad esempio: “Già da alcuni incontri non mi sento bene, mi sento a disagio perché alcuni tacciono, non partecipano. Sarebbe quindi utile per me sapere se anche altri ne sono consapevoli o se si tratta solo di un mio sentimento soggettivo”. E dunque utile che di tanto in tanto si tengano esercitazioni che favoriscano la dina-mica del gruppo.
Se non si presta attenzione alla negatività emergente, essa disgregherà il gruppo, creerà un clima di sfiducia e distruggerà il vero spirito della preghiera. Quanto minore è la libertà di espressione nel gruppo, tanto più facilmente si creeranno sottogruppi, nel gruppo si parlerà meno e si “mormorerà” dietro le spalle.
È fondamentale avere sempre ben chiaro che ci sono sempre persone che sono più loquaci di altre e che in tal modo prevaricano queste ultime. (La guida deve saper dare la parola a tutti al momento giusto ed interrompere in modo adeguato coloro che sono più loquaci. Ad esempio: “In base a quello che hai detto fino ad ora la situazione è chiara e non c’è bisogno di ripetere; vogliamo dunque ascoltare coloro che fino ad ora non si sono fatti avanti!”. Quindi la guida concede tempo a sufficienza ed attende pazientemente).
La regola principale del dialogo nel gruppo di pre-ghiera è quella di partire sempre da se stessi: “Questo è quello che io penso; questa è la mia opinione; mi sembra che; forse mi sbaglio”, così che le persone all’interno nel gruppo non abbiano paura di parlare perché si sentono a disagio.
Ogni nuova proposta, da chiunque essa sia avanzata, deve essere enunciata con chiarezza e, quindi, discussa.
GLI INCONTRI DI PREGHIERA E LA CRESCITA DEL CARISMA
Nel gruppo di preghiera al primo posto c’è la preghiera, l’incontro con Dio nell’incontro con amici che pregano insieme, cantano, riflettono, dialogano, che si incoraggiano a vicenda, che accolgono dei doni e lavorano per la loro crescita.
Quindi per lo spirito di preghiera è molto importante che nel gruppo si sviluppino attività adeguate alle persone che ne fanno parte.
Ad esempio in un certo periodo dell’anno, prima di Natale o di Pasqua oppure della festa della parrocchia op-pure quando si presentano occasioni speciali, all’interno del gruppo si sviluppano varie attività: visite ai malati, aiuto ai poveri, visita agli anziani, preghiere ed iniziative per loro e con loro, ecc. Se poi in un luogo avviene qualcosa di tragico, il gruppo di preghiera interviene fornendo il proprio aiuto; si reca presso le famiglie per pregare con loro quando muore qualcuno...
In occasioni speciali il gruppo fornisce il proprio aiuto al parroco, in particolare quando vi sono celebrazioni e solennità particolari. Quando qualcuno fa qualcosa, durante l’incontro di preghiera seguente se ne deve parlare e si devono illustrare le esperienze acquisite.
Lavorando in questo modo, nello spirito della preghiera si svilupperà un vero amore cristiano ed i membri, con cuore ed orecchie aperti, comprenderanno dove c’è bisogno di fare qualcosa e lo faranno. Ad esempio quando si viene a conoscenza di un problema in una famiglia (alcolismo, problemi con i figli, ecc.) il gruppo di preghiera non si fermerà al livello sul quale si mantengono solitamente molti cristiani, i quali raccontano la situazione ed in tal modo diffondono il male con la calunnia e la diffamazione. Essi invece si attiveranno per arrestare il male ed ogni situazione confusa. Tutti i membri del gruppo di preghiera porteranno con sé tale azione nella preghiera.
I gruppi di preghiera riescono a creare un’atmosfera, possiedono una consapevolezza spirituale e non hanno paura di esortare i giovani ad imitarli.
LINEE GUIDA PER GLI INCONTRI DI PREGHIERA
a. Dai messaggi si vede chiaramente come la Madonna è una guida e desidera che ogni individuo cresca nel gruppo di preghiera ed operi e cresca insieme agli altri componenti del gruppo.
Si vede bene che la Madonna desidera che gli incontri siano vari e dinamici, che coinvolgano completamente la persona guidandone la crescita.
Per poter essere pronti a pregare insieme, Ella ha chiesto ad ogni persona del gruppo di pregare individualmente, di separare la preghiera dal dialogo; poi ha chiesto di scrivere i nomi dei partecipanti e di estrarre un nome, ovvero quello della persona con la quale incontrarsi concretamente al di fuori degli incontri di preghiera, ad esempio durante la settimana oppure durante la Quaresima o l’Avvento. Ha sempre chiesto che all’interno del grande gruppo, soprattutto il sabato, si parli di queste esperienze per arricchirsi reciprocamente. Li ha esortati a donarsi reciprocamente. Dopo la Santa Messa si riuniscono dinanzi alla chiesa, vanno a Messa tutti i giorni e digiunano tre giorni alla settimana. Si recano anche in gita insieme: giocano, cantano, pregano nella natura e celebrano la Santa Messa.
Ella ha sempre sottolineato l’importanza della sincerità nel dialogo e la necessità di parlare con una persona con la quale si hanno difficoltà in modo aperto e sincero.
Quando qualcuno avverte un’inquietudine, difficoltà o paura, la Madonna ha consigliato di non cercare immediatamente il dialogo con altri, ma di recarsi prima dinanzi alla croce e di rimanervi per un po’ in silenzio.
La Vergine li ha invitati a leggere tutte le mattine un passo della Bibbia e di scegliere nel testo un pensiero dominante per tutta la giornata.
Ha chiesto loro di tenere un diario e di scrivere, a casa o durante gli incontri di preghiera, una lettera a Gesù, alla Madonna, agli angeli ed ai santi. Tutto questo ha lo scopo di aiutare il cuore ad aprirsi, a parlare di se stessi e dei propri sentimenti, superare la paura e la difficoltà nell’aprirsi agli altri. La lettera dovrebbe essere letta dinanzi a tutto il gruppo oppure dinanzi ad un solo componente dello stesso.
b. Lo stesso svolgimento dell’incontro ha una sua struttura logica interiore, che in un certo senso corrisponde a quella della Santa Messa. Tale struttura può essere utilizzata da tutti i gruppi di preghiera che si creano, che sono ispirati dai messaggi di Medjugorje e che sono un proseguimento della scuola della Vergine a casa.
- All’inizio dell’incontro ci sono i canti, che aprono il cuore e lo preparano all’atmosfera della preghiera. Si canti sempre abbastanza.
- L’inizio della preghiera è sempre all’insegna della purificazione, del perdono e della riconciliazione. In tal modo si ripristina la libertà interiore e si dispone il cuore all’ascolto della parole ed alla risposta personale a tale parola.
Ciò avviene nelle preghiere individuali che seguono le preghiere introduttive, in cui si invita proprio al perdono, alla riconciliazione, alla purificazione, aiutando il gruppo a prendere coscienza dell’amore di Dio, della sua misericordia e del suo perdono.
Successivamente si possono recitare preghiere spontanee dello stesso tipo, pregare individualmente per il perdono e per il riconoscimento della colpa e della fede nel perdono.
- In questo modo il gruppo si predispone all’ascolto del messaggio della Vergine ed all’interpretazione preparata dalla guida.
- Ad un certo punto la guida invita a pregare per varie intenzioni. Quando il gruppo inizia a pregare attivamente, si ascolta quello per cui gli altri pregano e con la preghiera personale si accompagna tutto il corso della preghiera. È quindi molto importante che tutti preghino, che la preghiera sia chiara e breve, che tutti possano udirla, comprenderla e parteciparvi. E bene che dopo ciascuna preghiera ci sia del tempo per rimanere in silenzio e meditare.
- Bisogna prestare attenzione affinché una persona in particolare non si imponga e parli troppo, poiché questo ostacolerebbe la partecipazione degli altri.
- Dopo la preghiera è sempre bene parlare anche dei compiti dei quali il gruppo si occupa concretamente oppure assegnare compiti alle singole persone.
- Al termine dell’incontro c’è il ringraziamento a Dio per tutte le grazie ed i doni ed anche per il dono della pazienza e delle croci. Con la gratitudine si diventa co-scienti dell’amore di Dio, di tutte le sue buone opere e nel cuore tornano la gioia, la pace ed una fede più salda. La gratitudine è di per sé la più bella espressione della fede e dell’amore. La gratitudine è la miglior lotta contro la tristezza e la sfiducia. E auspicabile che tutti i membri siano partecipi di questo ringraziamento.
- Sempre al termine dell’incontro c’è la preghiera per la benedizione ed il canto del Padre Nostro.
- La durata ottimale di un incontro di preghiera è di un’ora e mezza. Se l’incontro è troppo breve e frettoloso, i processi non possono avvenire in modo normale mentre se è troppo lungo, i processi possono essere soffocati e le persone potrebbero iniziare ad evitare gli incontri.
- La regola d’oro di tutti i gruppi di preghiera è quella di trovare il tempo per parlare di quello che piace ai membri e di quello che può aiutare a crescerli, a trovare la gioia, l’amore, la speranza, la pace, ma anche per parlare di quello che a loro non piace. Il gruppo deve procedere alla velocità della persona più lenta presente al suo interno. Bisogna quindi tendere l’orecchio proprio a coloro che, per un qualsiasi motivo, sono in difficoltà ed hanno problemi.
- Sebbene tutti i processi citati e le attività interiori non possano dividere gli uni dagli altri, è comunque molto utile che la guida sia estremamente sensibile a quanto accade nel gruppo, che chiuda una parte e ne apra un’altra e che tra le due parti si intoni un canto adatto. Ciò favorisce l’apertura del cuore ed è bene che, oltre ai canti d preghiera spontanei, si facciano brevi canti adeguati.
REGOLE D’ORO PER I GRUPPI DI PREGHIERA DI MEDJUGORJE
Struttura esterna
Se volessimo descrivere in breve quello che la Vergine ha chiesto ai gruppi di preghiera di cui abbiamo parlate potremmo dire quanto segue:
- invito a tutti, soprattutto ai giovani, a fondare e partecipare ai gruppi di preghiera;
- scegliere la preghiera personale quotidiana, la Sante Messa e la confessione;
- lettura quotidiana della Bibbia e dei messaggi delle Madonna;
- partecipare, almeno una volta la settimana, ad ur incontro di preghiera;
- pregare tre ore al giorno;
- digiunare due volte la settimana;
- diventare amici con gli altri, volere bene, essere sinceri gli uni con gli altri e non avere paura gli uni degli altri;
- organizzare rinnovamenti spirituali della durata di uno o più giorni, andare nella natura, divertirsi insieme e di tanto in tanto donarsi agli altri;
- parlare apertamente in gruppo e scegliere persone con le quali parlare e fare un percorso di preghiera comune;
- trovare delle guide, possibilmente sacerdoti, e con-sentire ad ogni membro di partecipare attivamente preparando gli incontri di preghiera e guidandoli proponendo testi e canti.
Struttura interna
- rinnegare consapevolmente il male ed il peccato;
- rifiutare l’odio e scegliere l’amore verso tutti;
- riconciliarsi cercando il perdono;
- essere pronti ad ascoltare la parola di Dio ed i messaggi della Madonna;
- essere aperti, pregare spontaneamente e partecipare alle discussioni;
- rendere grazie e chiedere la benedizione del Signore.
LE ATTIVITÀ DEI GRUPPI DI PREGHIERA
La fede senza opera è morta, dice San Giacomo; pertanto tutti i gruppi di preghiera devono cercare di sviluppare anche le attività in gruppo, che sono frutto della preghiera e conducono ad essa.
E dunque necessario:
- parlare delle necessità dei membri all’interno del gruppo e fornire un aiuto concreto;
- trovare dei malati e chiedere ai singoli membri di far loro visita;
- aiutare i poveri e le famiglie con molti bambini; - visitare gli ospizi e le prigioni;
- organizzare incontri di preghiera più ampi, ad esempio le novene dedicate a particolari intenzioni in circostanze speciali;
- prendere parte attivamente alla lotta contro vizi e difetti, come ad esempio le forme di dipendenza;
- essere attivi in parrocchia mettendosi a disposizione del parroco.
Tutti i gruppi che desiderano crescere bene spiritual-mente si creeranno uno spazio per operare e, grazie a queste attività, dimostreranno la loro vera crescita favorita dalle attività.
IL SUPPORTO BIBLICO-TEOLOGICO DEI GRUPPI DI PREGHIERA
La preghiera personale è condizione per la preghiera collettiva e quest’ultima favorisce lo sviluppo della preghiera individuale. Gesù ha attribuito un significato particolare alla preghiera collettiva:
“In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).
Il primo gruppo di preghiera si è creato nella prima novena subito dopo l’apparizione di Cristo, quando la Madonna pregò insieme agli Apostoli e, in preghiera, attese che il Cristo Risorto adempisse alla sua promessa ed inviasse lo Spirito Santo, come accadde il giorno di Pentecoste (cfr. At 2,1-5). L’invio dello Spirito Santo fu il momento del cambiamento di comportamento e dell’accettazione consapevole del compito dato dal Signore Gesù agli Apostoli. Questo, e niente altro, dovrebbe avvenire in ogni gruppo di preghiera.
L’ASPETTO SOCIO-ANTROPOLOGICO DEI GRUPPI DI PREGHIERA
Esiste anche una motivazione sociologica alla base dei gruppi di preghiera, soprattutto nell’epoca attuale. Ogni individuo deve preoccuparsi della propria crescita spirituale, ma in questo processo di crescita la collettività è insostituibile per la struttura plico-fisica dell’uomo. Ciò è particolarmente importante nella nostra epoca moderna perché il singolo si smarrisce facilmente nel ritmo di questi tempi. Il gruppo vincola e si rimane più fedeli al ritmo della preghiera. Il ruolo del gruppo è molto importante perché esso controlla l’individuo, lo guida e lo sprona a fare meglio. L’esperienza del singolo, sia essa positiva o negativa, aiuta gli altri nella loro crescita. Chi rimane solo è esposto ai pericoli di una crescita sbagliata, senza controllo alcuno. Nel gruppo si accettano più facilmente il carisma del singolo ed i suoi compiti, che il gruppo segue con la preghiera e con un aiuto concreto.