Card. Silvano Piovanelli
Davanti alla Porta Santa
L’antico pellegrinaggio del popolo ebraico attendeva con desiderio e ricordava con emozione il momento dell’arrivo alla Città Santa e la sua incontenibile gioia: “ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!”(Salmo 121,1).
Io aspetto quel momento: il momento in cui sarò dinanzi alla Porta Santa del Giubileo e non avrò bisogno di gridare: “Apritevi porte antiche, sollevate i vostri frontali” (Salmo 24), perché essa sarà spalancata dinanzi ai miei passi, aperta solennemente dal Papa nella Notte Santa di Natale.
Quella porta spalancata è di suo un segno espressivo, ma è diventata per noi un segno eloquentissimo e profondo da quando Gesù ha detto, parlando alle pecore del suo ovile, “io sono la porta”(Gv. 10,7).
Chiudo gli occhi e contemplo - come ha scritto il Card. Ratzinger - Gesù Cristo, l’uomo totalmente aperto, nel quale le pareti dell’esistenza risultano sfondate, sicché egli è integralmente “passaggio”, appunto nostra “Pasqua”.
Senza questa porta spalancata non si entra nella conoscenza di Dio, né di noi stessi, né della nostra vita, né della nostra morte. Perché - come dice Pascal - non solo non conosciamo Dio che per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo noi stessi che per mezzo di lui.. La vita, la morte non la conosciamo che per mezzo di Gesù”.
Il Signore mi dice: ho aperto davanti a te una porta grande e propizia, che nessuno può chiudere (Apoc.3,8 - 1 Cor.16, 9): affrettati ad entrare (Ebr. 4, 11), sforzati di entrare (Lc.13,24).
Come nel cammino fisico il movimento è dato dal ritmo dei due piedi, così nel cammino dello Spirito, sono la fede e l’amore, che, uniti in un unico ritmo, ti fanno avanzare. Entra, dunque, con i passi dell’amore di Dio del prossimo, col riconoscimento dei tuoi peccati e il perdono donato ai fratelli, con l’accoglienza della Parola e la partecipazione ai Sacramenti, col rispetto della natura e l’attenzione ai segni dei tempi.
La porta spalancata mi dirà: coraggio, entra, vara la soglia della speranza, il Signore non ti deluderà, perché la valle di Acor egli trasformerà in porta di speranza (Os. 2,17).
Dinanzi alla porta spalancata penserò a Colui che, la Notte di Natale, l’ha varcata per primo, il Papa nostro Giovanni Paolo II, e udrò le parole che, più che scritte a titolare un suo libro, sono incise nella sua vita a dare senso e pienezza alla sua esistenza e al suo ministero di pastore universale: varcare la soglia della speranza.
Link del sito vaticano:
http://www.vatican.va/jubilee_2000/pilgrim/documents/ju_gp_24121999_p-04b_it.html